Castelli nei dintorni/Castles in the area

Jessica
Castelli nei dintorni/Castles in the area

Luoghi da visitare

La Valle D’Aosta è punteggiata di bellissimi castelli, qui trovate una selezione dei può vicini ed interessanti
Il castello sorge su un promontorio che domina la piana aostana sopra la strada statale per il Monte Bianco, poco oltre il bivio per Cogne. Costruito nel 1710 da Giovanni Francesco Ferrod di Arvier sui resti di una casa forte del 1242, dopo vari passaggi di proprietà fu acquistato nel 1869 dal re d’Italia Vittorio Emanuele II, che lo ristrutturò e lo utilizzò come residenza durante le sue battute di caccia in Valle d’Aosta. Il castello reale di Sarre, entrato a far parte del patrimonio privato di Sua Maestà, divenne allora il quartiere generale utilizzato dal re per le sue spedizioni nelle valli di Cogne, Rhêmes e Valsavarenche. Per ospitare il primo re d’Italia la dimora subì alcune modifiche, tra le quali la sopraelevazione della torre e la costruzione di una nuova scuderia. All’interno, gli ambienti furono completamente ristrutturati e rimodernati. Il conservatore del Reale Palazzo di Milano venne appositamente incaricato dell’ammobiliamento, cui provvide trasferendo gli arredi da altre reali residenze. Anche il successore di Vittorio Emanuele, Umberto I (1844-1900) destinò il castello alpino ad usi legati al loisir venatorio. Negli ultimi anni del suo regno, Umberto I rivolse una particolare attenzione alla residenza di Sarre, di cui promosse il rinnovamento interno. Tra i lavori realizzati in quell’occasione, figurano le importanti campagne decorative degli ambienti monumentali, ornati con trofei di stambecco e di camoscio. Il castello fu abitato per villeggiatura dalla regina Maria José anche negli anni successivi alla monarchia. Nel 1989 la Regione Valle d´Aosta ha acquistato il complesso per restaurarlo. Il castello, che si presenta come un corpo longitudinale con una torre quadrata posta nel centro, può essere considerato un museo della presenza sabauda in Valle d´Aosta.
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Sarre Royal Castle
88 Frazione Lalex
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Il castello sorge su un promontorio che domina la piana aostana sopra la strada statale per il Monte Bianco, poco oltre il bivio per Cogne. Costruito nel 1710 da Giovanni Francesco Ferrod di Arvier sui resti di una casa forte del 1242, dopo vari passaggi di proprietà fu acquistato nel 1869 dal re d’Italia Vittorio Emanuele II, che lo ristrutturò e lo utilizzò come residenza durante le sue battute di caccia in Valle d’Aosta. Il castello reale di Sarre, entrato a far parte del patrimonio privato di Sua Maestà, divenne allora il quartiere generale utilizzato dal re per le sue spedizioni nelle valli di Cogne, Rhêmes e Valsavarenche. Per ospitare il primo re d’Italia la dimora subì alcune modifiche, tra le quali la sopraelevazione della torre e la costruzione di una nuova scuderia. All’interno, gli ambienti furono completamente ristrutturati e rimodernati. Il conservatore del Reale Palazzo di Milano venne appositamente incaricato dell’ammobiliamento, cui provvide trasferendo gli arredi da altre reali residenze. Anche il successore di Vittorio Emanuele, Umberto I (1844-1900) destinò il castello alpino ad usi legati al loisir venatorio. Negli ultimi anni del suo regno, Umberto I rivolse una particolare attenzione alla residenza di Sarre, di cui promosse il rinnovamento interno. Tra i lavori realizzati in quell’occasione, figurano le importanti campagne decorative degli ambienti monumentali, ornati con trofei di stambecco e di camoscio. Il castello fu abitato per villeggiatura dalla regina Maria José anche negli anni successivi alla monarchia. Nel 1989 la Regione Valle d´Aosta ha acquistato il complesso per restaurarlo. Il castello, che si presenta come un corpo longitudinale con una torre quadrata posta nel centro, può essere considerato un museo della presenza sabauda in Valle d´Aosta.
Il castello di Aymavilles sorge al centro del paese, su un rilievo morenico. Le quattro torri cilindriche, caratteristiche dell’edificio, furono aggiunte al preesistente corpo centrale da Aimone di Challant, a metà del Trecento. Verso il 1730, il barone Giuseppe Felice di Challant ricavò i loggiati tra le torri ed eliminò molti apparati difensivi, dando agli interni un aspetto barocco. Dopo l’estinzione della famiglia Challant, il castello passò nelle mani di diversi proprietari. Acquisito nel 1970 dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, il castello è attualmente oggetto di un intervento di restauro e valorizzazione volto a renderlo fruibile al pubblico.
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Castello di Aymavilles
32 Località Castello
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Il castello di Aymavilles sorge al centro del paese, su un rilievo morenico. Le quattro torri cilindriche, caratteristiche dell’edificio, furono aggiunte al preesistente corpo centrale da Aimone di Challant, a metà del Trecento. Verso il 1730, il barone Giuseppe Felice di Challant ricavò i loggiati tra le torri ed eliminò molti apparati difensivi, dando agli interni un aspetto barocco. Dopo l’estinzione della famiglia Challant, il castello passò nelle mani di diversi proprietari. Acquisito nel 1970 dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, il castello è attualmente oggetto di un intervento di restauro e valorizzazione volto a renderlo fruibile al pubblico.
Il castello Il castello di Introd sorge su un promontorio protetto dalle aspre gole del torrente Savara e della Dora di Rhêmes (il nome di Introd, infatti, deriva da “entre-eaux”, ovvero “tra le acque”) e risale probabilmente al XII secolo; come il castello di Graines, all’origine consisteva probabilmente in un mastio quadrato circondato da una cinta di mura. Verso il 1260 Pierre Sarriod di Introd trasformò il castello primitivo, che in seguito alle modificazioni del XV secolo assumerà la forma poligonale quasi arrotondata che lo distingue tuttora dagli altri castelli valdostani. Queste trasformazioni segnano l’apogeo del casato Sarriod, nelle cui mani erano state riunite le signorie di Introd e di La Tour (Saint-Pierre). Il castello subì due rovinosi incendi nella seconda metà dell’800 e venne poi restaurato all’inizio del ‘900 dal cavalier Gonella che si avvalse dell’opera dall’architetto Chevalley. Di proprietà dei Conti Caracciolo di Brienza e concesso in comodato al Comune di Introd, la gestione del Castello è stata affidata alla Fondation Grand Paradis che ne garantisce la fruizione. Aperti al pubblico il piano terra ed il parco. La Cascina L’Ola L’edificio accanto al castello, chiamato oggi “Cascina L’Ola” servì in passato come stalla e pagliaio dei Signori d’Introd. Più recente è la parte del vecchio stabile che è sostenuta da cinque grandi colonne e coperta da tetto aggettante. Di rilievo, sul lato ovest, l’architrave di una porta, decorato da un motivo ad arco carenato. Il granaio Sulla spianata di fronte al castello si è conservata una magnifica struttura, uno dei rari esempi pervenutici di costruzioni interamente in legno tipiche dell’architettura del basso Medioevo valdostano: è il granaio quattrocentesco, dove si immagazzinavano il grano e le sementi. Attraverso una piccola porta, dotata di un’interessante serratura gotica che raffigura un castello medievale riccamente merlato, si accede alle due sale che si trovano nel sottosuolo; queste, munite di feritoie, oggi sono completamente interrate.
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Castello di Introd
Località Plan D'Introd
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Il castello Il castello di Introd sorge su un promontorio protetto dalle aspre gole del torrente Savara e della Dora di Rhêmes (il nome di Introd, infatti, deriva da “entre-eaux”, ovvero “tra le acque”) e risale probabilmente al XII secolo; come il castello di Graines, all’origine consisteva probabilmente in un mastio quadrato circondato da una cinta di mura. Verso il 1260 Pierre Sarriod di Introd trasformò il castello primitivo, che in seguito alle modificazioni del XV secolo assumerà la forma poligonale quasi arrotondata che lo distingue tuttora dagli altri castelli valdostani. Queste trasformazioni segnano l’apogeo del casato Sarriod, nelle cui mani erano state riunite le signorie di Introd e di La Tour (Saint-Pierre). Il castello subì due rovinosi incendi nella seconda metà dell’800 e venne poi restaurato all’inizio del ‘900 dal cavalier Gonella che si avvalse dell’opera dall’architetto Chevalley. Di proprietà dei Conti Caracciolo di Brienza e concesso in comodato al Comune di Introd, la gestione del Castello è stata affidata alla Fondation Grand Paradis che ne garantisce la fruizione. Aperti al pubblico il piano terra ed il parco. La Cascina L’Ola L’edificio accanto al castello, chiamato oggi “Cascina L’Ola” servì in passato come stalla e pagliaio dei Signori d’Introd. Più recente è la parte del vecchio stabile che è sostenuta da cinque grandi colonne e coperta da tetto aggettante. Di rilievo, sul lato ovest, l’architrave di una porta, decorato da un motivo ad arco carenato. Il granaio Sulla spianata di fronte al castello si è conservata una magnifica struttura, uno dei rari esempi pervenutici di costruzioni interamente in legno tipiche dell’architettura del basso Medioevo valdostano: è il granaio quattrocentesco, dove si immagazzinavano il grano e le sementi. Attraverso una piccola porta, dotata di un’interessante serratura gotica che raffigura un castello medievale riccamente merlato, si accede alle due sale che si trovano nel sottosuolo; queste, munite di feritoie, oggi sono completamente interrate.
Collocato su uno sperone roccioso in località Tache, inconfondibile per la sua foggia fiabesca, il castello di Saint Pierre rappresenta un unicum nel suo genere. Le famose quattro torrette laterali (aggiunte nell´800) rendono quasi disneyano quello che risulta essere uno tra i più antichi manieri della regione. La struttura primitiva dovrebbe risalire al XII secolo in quanto, nella famosa Carta delle Franchigie del 1191, figurano i nomi dei fratelli de castro Sancti Petri, comproprietari di una parte del castello. Tra i proprietari che si susseguirono merita una citazione Pietro Filiberto Roncas, che ampliò il castello e diede al suo interno numerosi ricevimenti. Da allora, era il Seicento, il castello subì alcune modifiche e soprattutto cambiò più volte i proprietari sino ai giorni nostri dove, divenuto di proprietà del Comune di Saint Pierre venne utilizzato come sede del Museo Regionale di Scienze Naturali. Attualmente tale sede è chiusa al pubblico per un complesso intervento di restauro, risanamento conservativo e riallestimento museografico, ma vale la pena di vederlo dall’esterno e di ammirare il panorama circostante.
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Castle of Saint-Pierre
5 Località Tache
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Collocato su uno sperone roccioso in località Tache, inconfondibile per la sua foggia fiabesca, il castello di Saint Pierre rappresenta un unicum nel suo genere. Le famose quattro torrette laterali (aggiunte nell´800) rendono quasi disneyano quello che risulta essere uno tra i più antichi manieri della regione. La struttura primitiva dovrebbe risalire al XII secolo in quanto, nella famosa Carta delle Franchigie del 1191, figurano i nomi dei fratelli de castro Sancti Petri, comproprietari di una parte del castello. Tra i proprietari che si susseguirono merita una citazione Pietro Filiberto Roncas, che ampliò il castello e diede al suo interno numerosi ricevimenti. Da allora, era il Seicento, il castello subì alcune modifiche e soprattutto cambiò più volte i proprietari sino ai giorni nostri dove, divenuto di proprietà del Comune di Saint Pierre venne utilizzato come sede del Museo Regionale di Scienze Naturali. Attualmente tale sede è chiusa al pubblico per un complesso intervento di restauro, risanamento conservativo e riallestimento museografico, ma vale la pena di vederlo dall’esterno e di ammirare il panorama circostante.
Studi recenti hanno dimostrato che il castello fu costruito nell’aspetto attuale verso il 1275, anche se il toponimo “Castrum Argenteum” figura già dal 1176. Il costruttore fu probabilmente Master James of Saint Georges, architetto del conte Pietro II, già attivo nel Galles. Il promontorio su cui sorge il castello e che sovrasta l’abitato di Villeneuve, era già abitato in epoca protostorica, così come ai tempi dei Romani. La sua posizione strategica ha fatto sì che il castello restasse sempre nelle mani del conte di Savoia. Il castello consta di un vasto recinto con fortificazioni ed una torre di vedetta anche all’esterno. Sul lato est si trova la cappella, la parte più antica del complesso (sec. XI-XII). La parte ovest del recinto è delimitata da un muro difensivo nel quale è praticato l’ingresso. Questa seconda recinzione conteneva il corpo d’abitazione ormai distrutto, addossato alla cinta, la cisterna voltata ed il mastio a pianta circolare. L’architettura evidenzia lo scopo difensivo della struttura originale: la porta d’ingresso era posizionata a diversi metri d’altezza e le uniche luci sono le feritoie, quasi invisibili esternamente. Il castello è accessibile a piedi, in un quarto d’ora, dalla stradina che parte dal ponte sulla Dora Baltea nel centro abitato di Villeneuve.
Chatel-argent
Studi recenti hanno dimostrato che il castello fu costruito nell’aspetto attuale verso il 1275, anche se il toponimo “Castrum Argenteum” figura già dal 1176. Il costruttore fu probabilmente Master James of Saint Georges, architetto del conte Pietro II, già attivo nel Galles. Il promontorio su cui sorge il castello e che sovrasta l’abitato di Villeneuve, era già abitato in epoca protostorica, così come ai tempi dei Romani. La sua posizione strategica ha fatto sì che il castello restasse sempre nelle mani del conte di Savoia. Il castello consta di un vasto recinto con fortificazioni ed una torre di vedetta anche all’esterno. Sul lato est si trova la cappella, la parte più antica del complesso (sec. XI-XII). La parte ovest del recinto è delimitata da un muro difensivo nel quale è praticato l’ingresso. Questa seconda recinzione conteneva il corpo d’abitazione ormai distrutto, addossato alla cinta, la cisterna voltata ed il mastio a pianta circolare. L’architettura evidenzia lo scopo difensivo della struttura originale: la porta d’ingresso era posizionata a diversi metri d’altezza e le uniche luci sono le feritoie, quasi invisibili esternamente. Il castello è accessibile a piedi, in un quarto d’ora, dalla stradina che parte dal ponte sulla Dora Baltea nel centro abitato di Villeneuve.